La collocazione
del tempio di Artemide fra le sette meraviglie del mondo è dovuta alla stupenda
architettura ed alle dimensioni eccezionali del suo complesso. L'edificio più
importante e più antico, denominato "D" dagli archeologi, fu
costruito per ordine di Creso circa a metà del VII secolo; di ciò abbiamo come
testimonianza delle iscrizioni in caratteri Lidi e greci che si trovavano sulle
colonne del tempio "D".
I lavori furono eseguiti
dall'architetto Chersifrone. La fama del
tempio nella antichità era legata al diritto di asilo
che questo elargiva e crebbe molto per i racconti legati a personaggi illustri
e alla vita religiosa della città. Fin dai tempi più remoti il denaro
necessario al sostentamento del tempio veniva
procurato dai pellegrini, dai mercanti che affollavano il tempio e dai
sacerdoti che vendevano le carni usate per i sacrifici. Gli scavi nel santuario
sono oggi ancora in corso, per il momento si ritiene che nel VII secolo il
santuario consistesse in una struttura simile ad un
altare che cambiò varie volte e di due altri monumenti: l'Hekatompedon, così detto perchè misurava 100 piedi e l'altare a
rampa. Tutto ciò fu ricoperto con la costruzione del tempio "D" e
quella del cortile dell'altare. Il tempio "D" aveva otto colonne
sulla facciata e pare nove sul retro, non doveva essere ipetro, sebbene alcuni
studiosi sostengono che il tempio fosse aperto alla pioggia, perchè nella zona
della cella fu trovato un tubo che serviva per eliminare l'acqua.
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In seguito si
pensò che la copertura fosse tronca e limitata al colonnato, cioè che la
parte centrale fosse scoperta. L'accesso alla terrazza alta del santuario
avveniva per mezzo di scalini di marmo costruiti attorno all'edificio come
una gigantesca cornice.
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L'alto basamento era largo 7,85 m e lungo 131 m. Plinio racconta che le
colonne erano alte 20 m,
snelle ed elegantemente scanalate (stile ionico), dei bellissimi capitelli
sostenevano le travi tanto grosse da far sorgere una leggenda che parla di un
intervento della stessa dea per aiutare l'architetto ad erigerle, questi
infatti scoraggiato dalla difficoltà dell'impresa meditava il suicidio. Il
fregio non aveva figure ma solo una grossa dentellatura sulla cimasa più alta
che sorreggeva il timpano. Quest'ultimo aveva tre aperture o finestre: quella
centrale fornita di sportelli e al suo fianco si ergevano due statue di
amazzoni. Plinio parla nel complesso di 127 colonne. La cella si trovava
esattamente al centro dell'edificio; non si è sicuri del fatto che la statua
della dea dominasse la cella, ma possiamo immaginare che la grandezza della
statua fosse quella delle copie di epoca romana. La strana statua delle molte
mammelle dell'Artemide Efesia rappresenta una dea madre. La statua è rigida, la
parte bassa assomiglia al sarcofago di una mummia egizia.
Gli elementi decorativi come
cervi, leoni, grifoni, sfingi, sirene e api sono originari dell'Est. Le statue
avevano molta importanza in questo complesso, infatti di tutte le competizioni
svoltesi fra i greci, quelle di scultura che si tennero nel V secolo per
abbellire il tempio furono uniche sotto molti punti di vista. Gli scultori
delle statue di bronzo delle amazzoni, qui però mostrate in atteggiamento di
supplici che implorano rifugio nel tempio, furono invitati ad esporle in
pubblico e le quattro giudicate migliori (erano quelle di Fidia, Policleto,
Cresila e Fradmone) furono scelte per decorare il tempio "D"; la
celebrazione della pace di Callia del 450 a.C. fu l'occasione per questo avvenimento.
L'altare non si trovava in linea retta rispetto al centro della facciata, ma il
sacerdote poteva scorgere le parti alte del tempio dove avveniva
"l'apparizione" della dea dalla finestra centrale del tempio. Per
stabilire quale fosse l'immagine di culto in epoca arcaica è importante notare
che il tempio "E" è volutamente simile nelle linee e nei particolari
al tempio "D".
Il tempio "D" fu
distrutto il 21 luglio del 356
a.C. da un certo Erostato,
che lo incendiò pensando in questo modo di rendere il proprio nome immortale.
Nel più basso livello degli scavi, in quello che è chiamato "deposito
della fondazione", databile intorno al 600 a.C., furono trovate
statuette d'oro, di legno, d'avorio, d'argilla, alcune erano raffigurazioni di Artemide come dea cacciatrice con l'arco o dea dell'Ade
con una torcia; le più piccole figure arcaiche del VI secolo mostrano i diversi
aspetti della dea. Senofonte narra di aver visto nel tempio una statua arcaica
della stessa forma di quelle trovate negli scavi. Queste statue mostrano un
miscuglio di forme orientali, lidie, persiane, ittite ed egizie. Una parte
importante per la ricostruzione del tempio è rappresentata dalle monete che
recano la sua immagine, nelle fondamenta del tempio "D" sono state
trovate 87 delle più antiche monete conosciute. Per ricostruire la facciata del
santuario si utilizzò una sola moneta e non ci si rese conto che, sulla moneta
era stata operata una sintesi del numero esatto delle colonne (8), come risulta
da altre monete. Dopo la distruzione da parte dei Goti, avvenuta nel 262 d.C.,
si era tentato di ricostruire il tempio che nel periodo classico poteva essere
considerato l'espressione dello spirito della Grecia Ionica. L'uso
dell'edificio nel IV secolo era mal tollerato dalla religione cristiana, e per
questo fu completamente distrutto da S. Giovanni Crisostomo. Si dice che la
gente continuasse ancora ad adorare le pietre sottratte all'area sacra, la
primissima e più venerata era la pietra caduta dal cielo, probabilmente un
meteorite. La scoperta dei resti del tempio avvenne nel 1860 per opera di John
Turtle Wood.
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